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La storia dell'as roma capitolo 3 - Il primo dopo guerra

Il dopoguerra non è un bel periodo, per l'as roma. Si rimette insieme una squadra alla bell'e meglio ma lo spessore tecnico lascia a desiderare. Superata la fase iniziale del campionato 45/46 - diviso in gironi geografici per motivi logistici: spostarsi nella penisola a guerra appena finita è una vera e propria avventura - l'as roma disputa un anonimo girone finale. Per la verità, ci sarebbe un episodio degno di nota, ma la storiografia preferisce sorvolare. Al "Nazionale" è di scena il Torino, che sta per vincere il secondo dei suoi cinque titoli consecutivi. L'allenatore romanista assicura di saper come neutralizzare ogni singolo componente della favolosa linea d'attacco granata. Nel piano, però, deve esserci qualche errore, se è vero come è vero che dopo 8 minuti (RECORD) il risultato è di 0-4 per il Torino, dopo 18 minuti (RECORD) è di 0-6. A questo punto, il pubblico giallorosso - all'epoca sinceramente sportivo e non contaminato dalla propaganda - tributa applausi e ovazioni allo spettacolo che il Toro sta mostrando in campo. I giocatori granata si guardano in faccia e decidono che può bastare. Si limiteranno ad arrotondare il risultato (0-7) al 1' della ripresa. Non si tratta della sconfitta in casa più rotonda della storia della Serie A (c'è uno 0-8 subito dalla Pro Patria) ma poco ci manca.
Il Torino vince anche l'anno successivo, 1-3 il risultato: il gol romanista segnato sullo 0-3 provoca un tale entusiasmo nel pubblico da provocare il crollo di una balaustra dello stadio, per fortuna non ci sono vittime.

 

La "sfida" (si fa per dire) si rinnova nel 47/48: questa volta l'as roma chiude il primo tempo in vantaggio per 1-0. Incredibile. Passando davanti lo spogliatoio granata, Amadei sente provenirne insulti e urlacci. Il Torino rientrerà in campo piuttosto motivato e riuscirà a raddrizzare la partita in modo assai chiaro: finisce 1-7 (RECORD di gol subiti in un tempo in Serie A). L'as roma è poca cosa, in questo periodo, e Vittorio Pozzo, storicamente allergico ai calciatori del centrosud, non convoca mai Amadei: per qualche giornale romano ciò costituisce un intollerabile affronto: viene organizzata una sottoscrizione popolare (o colletta ante-litteram) per donare al "fornaretto" una medaglia d'oro: nasce così il premio autocelebrativo, imitato molti anni dopo dal finto pallone d'oro regalato al cappetano, visto che France Football, che evidentemente fa parte del Complotto Planetario Antiroma, si ostina a non assegnarglielo. Amadei, però, ha senso pratico: chiede di essere ceduto (o è la società a cederlo) in modo da avere qualche possibilità di giocare in nazionale: in effetti, la convocazione arriverà presto.

L'as roma rischia la retrocessione nel 1948/49 e la rischia ancor di più nella stagione successiva: stagione in cui scoppia tra l'altro un pesante scandalo in seno alla squadra per le abitudini eccessivamente liberali di alcuni calciatori, con risvolti assai pruriginosi. Si arriva alla penultima giornata ed è indispensabile battere il Novara, per conservare qualche speranza di rimanere in A. L'arbitro si chiama Pera (clicca sulla foto) e dirige così a senso unico da suscitare le proteste del pubblico e l'indignazione degli stessi giornali romani. Assegna un rigore inesistente all'as roma sullo 0-1, convalida il secondo gol nato da un'evidente carica al portiere, non fischia mai nessuno degli innumerevoli falli commessi sul piemontese Ferraris II, che viene tartassato per tutta la partita. Lo scandalo è talmente grande ed evidente che la FIGC annulla la partita, ma poi in seguito omologherà il risultato.

Sanzioni per l'as roma? Un turno di squalifica del campo, da scontare nella stagione successiva. Resta l'ultima giornata: l'as roma viene travolta dal Milan, ma il Bari perde, in una partita assai discussa, in casa contro l'Inter. L'as roma si salva ma nel campionato successivo sarà accolta da fischi e insulti su tutti i campi di Serie A.

La retrocessione in serie B arriverà infatti nella stagione 1950/51. Tanti anni dopo Gio' Stajano, giornalista, scrittore, primo italiano a cambiare sesso, rivelò che alcuni giocatori passavano le serate in casa di un deputato gay che, nei ristretti e segreti ambienti della Roma di allora, veniva chiamato "zia Vincenza". I giocatori dell'as roma amavano chiudere le serate presso l'abitazione del parlamentare, dove forse  si svolgevano veri e propri  festini omosessuali. L' onorevole li accoglieva vestito da geisha, con profumi orientali e kimono giapponesi. 

(Per leggere l'articolo clicca qui).

In serie B, che per la prima volta vede transitare un club romano, torna Sacerdoti alla presidenza, il ritorno in A è immediato e gli anni '50 scorrono tranquilli, anche se con una particolarità: così come Sacerdoti, nella sua presidenza anteguerra, era spesso gratificato dalla vittoria nel derby, questa sua seconda guida lo vede quasi sempre perdere la stracittadina. Ma comincia ad arrivare il soccorso della cinematografia che, a dispetto dei risultati, inizia a mostrare la figura del romanista "romano" e simpatico, rovesciando il cliché di Aldo Fabrizi che si immedesima in Sentimenti IV e togliendo di mezzo il "Laziale" relegato a figura estranea alla vita cittadina. Chi può interpretare al meglio questo ruolo? Ma uno Lazialissimo come Mario Riva, naturalmente...
 

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